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I marinai venivano adescati
dal canto di quelle labbra tumide
le onde si infrangevano
impetuose contro i tuoi occhi
il sole riscaldava le correnti
del tuo cuore mai troppo caldo
da potersi tuffare, ma troppo
limpido per potervi resistere
il vento agitava quei boccoli
con tanta prepotenza da oscurare
il cielo col tuo profumo fresco
e il mondo col tuo respiro intenso
ed io, bagnante curiosa, mi ritrovo
qui, tempesta sulle tue acque,
naufraga nel tuo destino.
Son di legno, eppure tremo.
Guardate noi burattini,
non applaudite.
Tagliate i nostri fili.
Non saliremo su quel palco.
Non state ad aspettare,
non verremo.
Tagliate i nostri fili.
Son di legno, eppure tremo.
Ho il cuore in mogano,
ma i miei occhi bruciano.
le persone m'ammazzano.
mi prendono mi riempiono come un palloncino e poi di botto mi scoppiano, mi uccidono, mi squartano, mi neutralizzano.
ma non lo fanno apposta ed è il loro non rendersene conto che mi devasta, mi strangola, mi squarta, mi violenta, mi divora.
fanculo.
Sono un'acrobata. Cammino ogni giorno sul filo della vita, è un filo così instabile, sospeso tra realtà e desiderio. Ho paura di cadere è vero, ma non per il rischio di ferirmi, ho paura di cadere dalla parte sbagliata e perdere questa sensazione di vivere in bilico tra gli abbracci dati e quelli che avrei voluto dare, tra le frasi dette e quelle che avrei voluto dire, tra i momenti di lucidità e quelli in cui era meglio sognare.
Voglio dare il nome a qualcosa che il nome non ce l'ha. Emozione è così vario, non può essere il nome adatto, deve essere trovato un nome a quel frammento di emozione, a quel suo sottinsieme, a quella sensazione di cui parlo io. Non è (solo) commozione, non è (solo) suggestione, non è un semplice turbamento, non è tante cose, non è un tavolo, non è una sedia, so il nome di tutte le cose che questa cosa non è. Ma non conosco il suo di nome. E' quella sensazione che si genera nel corpo nel momento in cui ascolti, guardi, odori qualcosa degno di scaternatela. Lo stomaco si contrae e gli occhi si riempono di lacrime, quelle lacrime caldissime che per qualche motivo non puoi mostrare a chi è intorno a te e che tieni sospese evitando il battito delle ciglia, mentre il resto del corpo galleggia in una totale condizione d'incanto.
Vabbé, in fondo non è importante trovare un nome, alla fine sono così tanti i sentimenti e le emozioni che non abbiamo ancora rinchiuso in una parola, anche perché probabilmente è qualcosa di così immenso che sarebbe paradossale incastrarla in una definizione, che come indica la parola stessa serve a porre dei limiti. La verità è che vorrei solo riuscire ad indicarla in qualche modo per assicurarmi che tutti, tutti, tutti la provino almeno una volta nella vita.
Perché ne vale davvero la pena.
Apro gli occhi e mi trovo in quello stato così caotico, l'unico momento della giornata in cui sogni e realtà vagano indistinti nello stesso magma. Mi siedo sul letto, filtro i sogni piacevoli e li metto nel primo cassetto del comodino, insieme al block notes e alle sigarette.
Prendo gli incubi, scopa, paletta e via nel cestino dei sogni amari, quello sotto la scrivania, accanto al cestino della carta.
Poi resta la realtà. E con quella non ci posso fare niente, non ho un cassetto in cui conservarla, né un posto per cestinare i suoi volti scomodi, ma ho una vita, due pugni stretti e un gran sorriso per affrontarla
Il profumo è un odore gradevole, una piacevole fragranza che si intrufola nelle nostre cavità nasali provocando una sensazione di benessere. E' curioso pensare che delle piccole molecole volatili possano essere la causa di un'infinità di sensazioni. Basti pensare al profumo dei fiori, del mare, della pioggia, al profumo del caffé, solo al pensiero mi sembra di poterli fiutare, gustare, digerire.
Poi ci sono i profumi delle persone. Sono profumi indelebili, provare per credere, gomme da cancellare, smacchiatori, diluvi universali, decine di anni, amnesie, nulla riuscirà a mandarli via e torneranno a trovarci, magari nel momento più inaspettato, nel luogo più isolato del mondo, ma torneranno a trovarci. E in quel momento bisognerà solo chiudere gli occhi e mandare giù.
Non ci si può chiedere perché si ama qualcuno.
Cioé voi potete anche tranquillamente chiedervelo, chiederlo a un passante, chiederlo ad un oracolo o a me, ma non avrete risposte.
Una persona può attirarci perché è bella, affascinante, intelligente, simpatica e quellochevipare. Ma non si ama una persona per nessuna di queste caratteristiche. Si ama e basta. Si ama perché ne abbiamo bisogno. Si ama perché il verbo amare è così bello solo a pronunciarlo.
Io amo e morirei se non lo facessi.
Ed era vero. Era davvero tutto così straordinario come diceva. Lo era perfino in quel momento.
Lo era il sole d'autunno, lo erano le castagne che cadevano dagli alberi e formavano un tappeto sull'asfalto, lo erano i suoi occhi, lo eravamo noi.
Ed io ero lì, a spogliarmi l'anima e a distruggere il dolore.