« anche se fuori tutto è magnifico, non lo prenderò come un rimprovero »
M'è venuto in mente di scrivere ste righe dopo aver ascoltato per caso in radio un pezzo di Fedez, quella roba che fa tutto è magnifico, ma tu un po' di più, le scarpe nel frigo, smettila di piangere fuori stagione e tanti cazzi. L'ho ascoltata e ho pensato che fosse un bel pezzo, carino, mi piace, ma ricordavo di averla già ascoltata. In effetti una mia amica tempo fa m'aveva detto di averla apprezzata e io dall'alto della mia spocchia di sto gran cazzo avevo inziato a schernire e denigrare l'autore del pezzo, perché oggettivamente chi s'ascolta quella faccia di merda tatuata? Le pischelle di dodici anni che poi scrivono fuori tutto è magnifico, ma tu un po' di più su Tumblr seguite poi da tutti quelli che ovviamente ripropongono la stessa immagine associata alla foto del letto, del barattolo di Nutella e ste robe qua. Comunque no, non è un elogio a Fedez di cui mi fotte sega, ma è la conquista della piena consapevolezza di qualcosa: sono letteralmente circondata nella mia vita reale e virtuale da pseudo intellettualoidi dei miei stivali che si sentono in diritto di ritenere dozzinale, mediocre e degno di disprezzo tutto ciò che non rispetta i loro canoni. Famose a capì. Te vedi Sanremo? Sei un coglione. Te vedi i talent show? Sei un coglione. Vai in discoteca? Sei un coglione. Segui il calcio? Sei un coglione. Leggi Fabio Volo? Sei un coglione. T'ascolti Fedez? Sei un coglione. Ora, io me me medisima non leggo Fabio Volo, non vado in discoteca, non ascolto Fedez - mentre sì i talent show cazzo se me li vedo e con Sanremo st'anno c'ho fatto un'overdose - ma non mi sento minimamente superiore a nessuno cazzo, né a chi a cinquant'anni pubblica su Facebook quelle immagini mega trash di Tweety con scritto buonanotte, né a chi va in giro con gli accidenti di risvoltini, né a chi ci ammorba i coglioni con i video di Dubsmash,né a chi non sa manco come cazzo se chiama. E me so resa conto che invece questi intellettualoidi che tanto mi stanno sui coglioni non sono nient'altro che l'immagine di quello in cui io stessa intorno ai sedici anni avevo iniziato a trasformarmi. Ho iniziato a cambiare i miei gusti musicali, il mio modo di vestire, di approcciarmi a qualsiasi cosa per non sentire rotture di cazzo: da una parte era sana crescita, dall'altra desiderio di elevarmi rispetto a una massa che era di un botto elevata rispetto a me. Ora a vent'anni invece mi sento figa, cazzo se mi sento figa. Mi sento figa perché ho l'apertura mentale per spegnere la tv quando finisce la puntata dei Cesaroni e leggere Pasolini, di avere in macchina i dischi dei Genesis e di Laura Pausini, di spaccarmi di Dé André e riconoscere la potabilità di un pezzo di Fedez, di andare a teatro e di cazzarare su Instagram, di saper contemplare un paesaggio in silenzio e di spararmi il più idiota dei selfies e se me capita con tanto di bastone, di stare su Facebook senza pensare che tutti quelli che condividono il vestito blunerobiancoro siano coglioni, di farmi una risata in più e rompere il cazzo al prossimo una volta in meno.
E a voi intelletualoidi del cazzo: elevatevi, ma fatelo davvero.