Rubiamo il vento di New York

25.02.2015 20:08

Sono andata su un sito che permette di recensire liberamente dischi, libri, film perché avevo voglia di recensire qualcosa. E ho scelto l'ultimo album di Malika Ayane. Ho dovuto chiudere la pagina di quel sito e aprire quella del mio blog, inevitabilmente. Una recensione è una tipologia di testo che - vista la finalità - richiede un linguaggio specifico e dei limiti entro i quali muoversi: ci ho provato, ma con Naïf non riesco. Avevo intenzione di iniziare con qualcosa come Naïf  è il titolo del nuovo alb... no, non ci riesco. Fortunatamente qualcuno l'ha già fatto al posto mio e anche molto dignitosamente, perciò non vi parlerò di Naïf, ma vi diro cos'è.
È il lavoro, l'impegno di chiunque abbia collaborato a realizzarlo. È la soddisfazione tra le dita di una giovane donna. È il cerchio d'acqua che crea il sasso lanciato nella noia. E' una danza di bambini scalzi. È l'insieme di quei suoni che volevo sentire. È una voce che ha fatto centro nel petto. È quella frase che stavo cercando. È quel pezzo che va condiviso, dedicato, passato, cantato.
È il disco che voglio in viaggio, in camera e in auto. È quello che voglio ascoltare col mio ragazzo, con mia madre, col cane del vicino. E da sola. È guardare un cielo di periferia, la pioggia sul vetro, uno specchio pulito. È l'attimo che mi sono persa e quello che ho preso in pieno. È una spinta e un calcio in culo. È la strafottenza che rivoglio. È quella sigaretta che hai tutto il tempo di fumare e quella che devi spegnere perché è arrivato l'autobus. È la marmellata sul toast al mattino. È il brusio della metro di Roma. È quello che non so recensire, è quello che m'ha recensito. È primitivo. È oltre. È naïf.